Teatro narrato: “Uno, nessuno e centomila” di L. Pirandello con Serena Manuguerra

Uno,  nessuno e centomila

Uno, nessuno e centomila di L. Pirandello

Un giorno qualcuno fa notare a Vitangelo Moscarda che il suo naso pende leggermente a destra. Questo evento banale e all’apparenza assolutamente insignificante ha il potere di sconvolgere l’esistenza dell’uomo. Ecco il dramma rappresentato da Luigi Pirandello in “Uno, nessuno e centomila”: l’ostinata ricerca di un’identità destinata perennemente a sfuggirci. Quest’opera, l’ultima di Pirandello, riesce a sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo. L’autore stesso, in una lettera autobiografica, definisce il romanzo come il “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Il protagonista, infatti, può essere considerato come uno dei personaggi più complessi del mondo pirandelliano, e sicuramente il più pieno di autoconsapevolezza di questo mondo. La consapevolezza che l’uomo non è Uno, e che la realtà non è oggettiva. Il protagonista passa dal considerarsi unico per tutti (Uno) a concepire che egli è un nulla, (Nessuno), passando alla consapevolezza di se stesso che l’individuo assume nel suo rapporto con gli altri (Centomila). In questo modo, la realtà perde la sua oggettività e si sgretola nell’infinito vortice del relativismo. Nel suo tentativo di distruggere i centomila estranei che vivono negli altri, le centomila concezioni che gli altri hanno di lui, Moscarda viene preso per pazzo dalla gente, che non vuole accettare che il mondo sia diverso da come lo immagina. Da questo sforzo verso un obiettivo irraggiungibile nascerà la sua follia. Follia che è in Pirandello lo strumento di contestazione per eccellenza delle forme fasulle della vita sociale, l’arma che scardina convenzioni e rituali, riducendoli all’assurdo. Il monologo teatrale, liberamente ispirato al capolavoro di Pirandello, a cura di Serena Manuguerra, mette in scena la tragedia della vita che non può conoscersi per il fatto stesso di non poter essere fermata, bloccata in una forma. Gli interventi di Silvia Bertolino al violino e di Mary Vaiana al pianoforte sottolineano i momenti salienti della narrazione.

Ornella Fulco

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