22 agosto 2010. “Le città invisibili project” da Italo Calvino
Ne “Le città invisibili” non si trovano città riconoscibili. Sono tutte città inventate, ognuna con un nome di donna. Per qualche tempo mi veniva da immaginare solo città tristi e per qualche tempo solo città contente; c’è stato un periodo in cui paragonavo le città al cielo stellato, e in altri momenti invece mi veniva sempre da parlare della spazzatura che dilaga fuori dalle città ogni giorno. In tutti i secoli ci sono stati poeti e scrittori che si sono ispirati al “Milione” di Marco Polo come ad una scenografia fantastica. Poche opere possono vantare una sorte simile: libri che diventano come continenti immaginari in cui altre opere letterarie troveranno il loro spazio; continenti dell’altrove, oggi che l’altrove si può dire che non esista più e tutto il mondo tende a uniformarsi. A Kublai Khan, imperatore malinconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili e misteriose. Che cosa è oggi la città, per noi? Forse stiamo avvicinandoci a un momento di crisi della vita urbana, e le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili: immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici. (dall’introduzione di Italo Calvino)
Voci: Ornella Fulco, Stefania La Via, Nicola Augugliaro.
Musiche: Enzo Toscano
Contributi video e ottimizzazione : Matteo Gagliano
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