‘LETTERATURA E TEATRO’

9 luglio 2011. Rosalia Billeci racconta “Fuochi” di Marguerite Yourcenar

“Fuochi” si presenta come un lungo monologo sull’amore scandito da più voci. L’autrice affida a personaggi del mito l’analisi dell’amore totale, del rischio che esso esprime per sé e per l’altro, in una prosa tesa e ornata, che  verrà offerta al pubblico nella splendida traduzione della poetessa Maria Luisa Spaziani.

Voci: Rosalia Billeci e Stefania La Via. Accompagnamento musicale: Nicola Marchese e Samuel Giamfy

.

Scritto da il 10-07-2011 Commenti disabilitati su 9 luglio 2011. Rosalia Billeci racconta “Fuochi” di Marguerite Yourcenar

6 febbraio 2011. Maratona di Lettura

In occasione del 2° “compleanno” della sezione per bambini e ragazzi “Il Piccolo Principe” della Biblioteca Diocesana “G.B. Amico” si è svolta una maratona di lettura per i più piccoli e per gli adulti. Dalle 16.00 alle 20.00 una catena di lettori volontari ha proposto una serie di testi letti ad alta voce per i presenti. Ha dato il via mons. Liborio Palmeri, presidente della Fondazione Pasqua2000, e ha concluso la maratona S.E. Francesco Miccichè, Vescovo di Trapani. Grazie a tutti coloro che con passione si sono spesi per fare di questa giornata un altro momento da ricordare nella storia della Biblioteca e di Fondazione Pasqua2000.

.

Scritto da il 07-02-2011 Commenti disabilitati su 6 febbraio 2011. Maratona di Lettura

23 dicembre 2010. “Assaporo gioia”. Presentazione del libro del vescovo Francesco Miccichè

Trapani, Palazzo della Curia Vescovile. Introduce monsignor Liborio Palmeri. Presentazione a cura di Stefania La Via. Letture di Ornella Fulco.

La Poesia come stupore, la poesia come Parola di Dio tra gli uomini e come modo degli uomini di parlare a Dio. La Poesia come letizia, la Poesia come disvelamento di ciò che sta sotto la superficie delle cose. La Poesia come raccoglimento con se stessi e come apertura verso l’Altro. La poesia che rinnova le parole e riecheggia la Parola. La Poesia come… gioia di vivere, la Poesia da… assaporare.

.

Scritto da il 24-12-2010 Commenti disabilitati su 23 dicembre 2010. “Assaporo gioia”. Presentazione del libro del vescovo Francesco Miccichè

11 dicembre 2010. “Dei Vizi e delle Virtù”, il tempo moderno. Recital di Renzo Cremona

“Non pensavo, guardando l’autunno coprire le foglie dei colori più belli, che quei rossi, gialli, marroni, non  fossero altro che il preannuncio di una morte in arrivo. stanchi della freschezza che del verde ci inebriava, ci sembrava bello quello che per gli alberi significava la fine…” (da “Disillusione” – “Dei Vizi e delle Virtù”, Renzo Cremona)

.

Scritto da il 18-12-2010 Commenti disabilitati su 11 dicembre 2010. “Dei Vizi e delle Virtù”, il tempo moderno. Recital di Renzo Cremona

1 ottobre 2010. “Il Canone del Tè”. Reading con Renzo Cremona

“E’ l’alba primordiale, e noi cominciamo a parlare, lisci, ad apprendere ancora una volta la lingua che dell’acqua avevamo perduto, dei laghi stupefatti, della neve che riposa in un sonno pluviale sui crinali dei monti…” (da “Acqua” – “Il canone del tè”, Renzo Cremona)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo di una spettatrice che ha assistito al reading e ha voluto condividere con noi le sue emozioni.

“In piedi, appoggiata al muro, ho voglia di scivolare lentamente e sedermi sul pavimento; ma i miei cinquant’anni non mi danno il permesso. Eppure, sento che scivolare fino a posarmi per terra mi aiuterebbe: raccoglierei le ginocchia al petto, poggerei i gomiti sulle ginocchia, nasconderei la faccia tra le mani ed entrerei tutta dentro me stessa.
E sotto la potente suggestione delle poesie, sotto l’influsso magico della musica “ascosa”, dei profumi e sapori dei tè che mi vengono serviti in silenzio, forse riuscirei a ricordarmi la strada per tornare a quell’altrove dove non sono mai stata, a quella parte del mio passato che non ho mai vissuto e a riannodarmi al filo della mia poesia interrotta.
Una nostalgia struggente scende liquida dai miei occhi mentre sento fiorirmi in faccia un sorriso idiota. Il poeta e le sue vestali parlano della mia casa, del mio giardino, della mia vita perduta. Poi, si fermano per compiere il rito del tè.
E io lo so – perché lo vedo – che poeta e vestali sono sul palco di una sala conferenze, davanti ad un pubblico in religioso silenzio del quale faccio parte, ma “credo”: che stanno bevendo il tè in casa mia, nella mia vera casa, dove io non posso entrare.
L’ultima poesia; gli applausi soffocano le ultime note. Il pubblico si frammenta in piccoli gruppi: alcuni si scambiano le proprie impressioni, altri vanno a salutare il poeta, altri ancora si affrettano all’uscita rientrando poco dopo con dei libri in mano. Sembra che nessuno voglia andarsene.
Anch’io non ho voglia di andarmene, anch’io voglio salutare il poeta, confidargli le mie emozioni, la mia nostalgia; ma prima raggiungo la piccola folla assiepata appena fuori dalla sala e chiedo di acquistare “Il canone del tè”. Tutte le copie sono già esaurite; una delle vestali mi soccorre, suggerendomi “Tutti senza nome”. Prendo anche “Oz” e mi avvio trafelata verso il palco.
Raggiungo il poeta, mentre tiene fra le mani la mano di un vecchio signore dal sorriso beato, che gli sta dicendo qualcosa; altri sono già in attesa.
Finalmente riesco a farfugliare quello che sento e, inaspettatamente, il poeta mi risponde che le mie sono le emozioni che spera sempre di suscitare, soprattutto con “Il canone del tè”; mi scrive due meravigliose frasi d’augurio, una su ciascuno dei due libri che gli porgo: auguri di libertà, di spazio, di tempo, di silenzio. Lo ringrazio commossa. Vorrei dirgli che la mia vita è una continua lotta per la libertà, lo spazio, il tempo e il silenzio, ma di nuovo non mi do il permesso: non posso trattenere oltre la sua attenzione.
Arrivo a casa e trovo tutte le scuse per ritardare il momento di immergermi nella lettura. Ho paura: paura di restare delusa, paura di scoprire che, senza musica, senza bicchierini da tè, senza voci suadenti…
Alla fine cedo. E la magia ritorna: nuda, splendente”.

Scritto da il 02-10-2010 Commenti disabilitati su 1 ottobre 2010. “Il Canone del Tè”. Reading con Renzo Cremona

25 settembre 2010. “Dei vizi e delle virtù”, il tempo antico. Recital di Renzo Cremona

“E’ bella l’estate, é come una barca oscillante sull’acqua che si perde tra i riflessi del crepuscolo, una vasta, immensa prateria che con le sue erbe altissime arriva fino alle cime degli alberi e li assorda di vita…” (da “Temperanza” – “Dei vizi e delle virtù”, Renzo Cremona)


Scritto da il 26-09-2010 Commenti disabilitati su 25 settembre 2010. “Dei vizi e delle virtù”, il tempo antico. Recital di Renzo Cremona

22 agosto 2010. “Le città invisibili project” da Italo Calvino

Ne “Le città invisibili” non si trovano città riconoscibili. Sono tutte città inventate, ognuna con un nome di donna. Per qualche tempo mi veniva da immaginare solo città tristi e per qualche tempo solo città contente; c’è stato un periodo in cui paragonavo le città al cielo stellato, e in altri momenti invece mi veniva sempre da parlare della spazzatura che dilaga fuori dalle città ogni giorno. In tutti i secoli ci sono stati poeti e scrittori che si sono ispirati al “Milione” di Marco Polo come ad una scenografia fantastica. Poche opere possono vantare una sorte simile: libri che diventano come continenti immaginari in cui altre opere letterarie troveranno il loro spazio; continenti dell’altrove, oggi che l’altrove si può dire che non esista più e tutto il mondo tende a uniformarsi. A Kublai Khan, imperatore malinconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili e misteriose. Che cosa è oggi la città, per noi? Forse stiamo avvicinandoci a un momento di crisi della vita urbana, e le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili: immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici. (dall’introduzione di Italo Calvino)

Voci: Ornella Fulco, Stefania La Via, Nicola Augugliaro.

Musiche: Enzo Toscano

Contributi video e ottimizzazione : Matteo Gagliano

 

.

Scritto da il 22-08-2010 Commenti disabilitati su 22 agosto 2010. “Le città invisibili project” da Italo Calvino

12 agosto 2010, Valderice. “Mũθοι/Miti. Monologhi per voce sola”

Rassegnarsi all’età che passa o continuare ad amare (Saffo), osare essere se stessi fino in fondo o affidare ad altri la definizione della propria identità (Arianna), amare completamente o difendersi dall’altro (Calipso), continuare il viaggio o affrontare il ritorno (Ulisse), mantenersi fedeli nonostante tutto o smettere di attendere (Penelope), guardare negli occhi le proprie paure o soccombere ad esse (Orfeo), scegliere tra le leggi scritte della società e quelle non scritte del cuore (Antigone). Su tutto lo sguardo della Storia e la sua impotenza dinanzi alle scelte degli uomini (Clio). I monologhi, in prosa, sono inframmezzati da versi di altri autori in un intrigante gioco di rimandi tra sensibilità ed epoche differenti.

Scritto da il 12-08-2010 Commenti disabilitati su 12 agosto 2010, Valderice. “Mũθοι/Miti. Monologhi per voce sola”

4 agosto 2010. “Sono nata il 21 a Primavera. Alda Merini: le ragioni di una poesia”

Non è facile parlare di Alda Merini,  cogliere la sua multiforme essenza, tentare di definire, cioè di circoscrivere con le parole, quello che è stato il magma ribollente di un’esistenza appassionata, di una vita in poesia. E’ stata una donna a cui è toccato in sorte il destino della poesia, un destino mai da lei tradito. Non è stata una letterata, Alda Merini, ma certo uno dei più veri poeti del Novecento. Pochi sono stati così profondamente poeti nel senso di una naturale necessità a trasformare in parole ogni esperienza, quasi ogni emissione di fiato. La scrittura poetica della Merini è fatta dalla sua vita, e viceversa. Impossibile porre barriere tra ciò che nella sua scrittura è vero e ciò che non lo è, separare la vita vissuta da quella sognata. Alda Merini è stata una voce che lucidamente si è lasciata abitare dall’ignoto, che ha proceduto dalle oscurità piuttosto che dalle troppe sapienze della mente, che ha saputo trascorrere tra dolori e deliri senza cedere al compiacimento.

Scritto da il 04-08-2010 Commenti disabilitati su 4 agosto 2010. “Sono nata il 21 a Primavera. Alda Merini: le ragioni di una poesia”

31luglio 2010, Alcamo. “Mũθοι/Miti. Monologhi per voce sola”

I Miti, in infinite varianti, giungono a noi dalla notte dei tempi eppure ci appaiono sempre vivi e attuali perché vicini all’umanità. I protagonisti dei racconti mitici o i personaggi che, seppur reali, hanno assunto un tale valore simbolico da trasformarsi in Mito, le loro sofferenze, dubbi e angosce metafisiche di fronte alla morte, all’amore e al destino, ci toccano da vicino e – oggi come allora – ci emozionano perché in essi troviamo parte di noi. L’autrice, ispirandosi ad illustri esempi di rivisitazione dei Miti, ha provato a scandagliare le potenzialità e i limiti dell’essere uomini. I monologhi, in prosa, sono inframmezzati da versi di altri autori in un intrigante gioco di rimandi tra sensibilità ed epoche differenti.

.

Scritto da il 01-08-2010 Commenti disabilitati su 31luglio 2010, Alcamo. “Mũθοι/Miti. Monologhi per voce sola”