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8 Ottobre 2016. Dialoghi sulla Poesia

dialoghi sulla poesia

La II edizione di “Dialoghi sulla Poesia” realizzata lo scorso 8 ottobre al Museo “San Rocco” in gemellaggio con l’associazione “Canto Notturno di Modica”. Lettura pubblica dei poeti Giancarlo Pontiggia, Marco Vitale, Laura Corraducci ed Ernesto Ruta presentati da Riccardo Emmolo e Antonio Sichera.

La galleria con le foto dell’evento sulla pagina Facebook:
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1747921802135802&id=100007539976364

Scritto da il 08-10-2016 Commenti disabilitati su 8 Ottobre 2016. Dialoghi sulla Poesia

Terrazza d’Autore 2015

Decimo anno consecutivo per la rassegna “Terrazza d’Autore. Voci, racconti, suggestioni al calar del sole” curata da Ornella Fulco e Stefania La Via.

Programma
12 Luglio – Molino Excelsior, Valderice, ore 18.45
“Donne al di là del faro. Due secoli di storia della Sicilia occidentale attraverso dieci figure femminili”, di e con Rossella Floridia.
20 luglio – Museo “Agostino Pepoli”, Trapani, ore 21
“Architetture del silenzio”, con Giovanni Barbera, Ornella Fulco e Stefania La Via. Musiche originali di Enzo Toscano. Regia di Giancarlo Figuccio, coordinamento tecnico di Matteo Gagliano. E con la partecipazione di Simona Guaiana e Natalia Demina. In collaborazione con Museo “A. Pepoli” e Lions Club Trapani.
28 Luglio – Molino Excelsior, Valderice, ore 18.45
“Nascono nuvole dentro agli occhi chiusi”. La parola cinese incontra la parola italiana, con Renzo Cremona.
31 Luglio – Molino Excelsior, Valderice, ore 18.45
Massimo Pastore racconta “Qui è quasi giorno” di Michele Perriera, con Marta Marino.
11 Agosto – Chiostro San Domenico, Trapani, ore 19
“Solo a Parigi e non altrove”. Viaggio letterario nei luoghi della Ville Lumiere con Luigi La Rosa. A cura di Ornella Fulco e Stefania La Via.
In collaborazione con Ente Luglio Musicale Trapanese
(per le proibitive condizioni meteo l’evento è stato spostato alla chiesa degli Artisti [Sant’Alberto] in via Garibaldi)
21 Agosto – Campi tennis, Erice, ore 18.45
Giacomo Di Girolamo racconta “Dormono sulla collina”.
In collaborazione con associazione “Saman”.

Per visualizzare le gallerie di immagini degli appuntamenti cliccare qui

Scritto da il 11-07-2015 Commenti disabilitati su Terrazza d’Autore 2015

10 agosto 2013. “La vita sognata”, Stefania La Via racconta Antonia Pozzi

Una vita breve ma intensa, quella della poetessa milanese Antonia Pozzi (1912-1938), candidata a diventare una delle maggiori voci femminili della letteratura italiana del Novecento. Una fiaba senza lieto fine, ma che ci ha lasciato versi di straordinaria intensità e modernità.
“Antonia – ha commentato Stefania La Via, curatrice dell’ultimo appuntamento di “Terrazza d’Autore” 2013 – viveva della poesia “come le vene vivono del sangue”, la riteneva un privilegio che si può ripagare solo con l’intera esistenza. Per lei la poesia è stata esperienza totalizzante, assoluta, ha inteso l’essere poeta non come sciocca presunzione di valore ma come lucida assunzione di un destino, da lei percorso fino in fondo”. Una consapevolezza che è tutt’uno con la rara sapienza della parola, in questa autrice che attraversò la vita in punta di piedi, definendo la propria esistenza “un tenue fiato di bianco / in cuore all’azzurro”. 

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Scritto da il 18-09-2013 Commenti disabilitati su 10 agosto 2013. “La vita sognata”, Stefania La Via racconta Antonia Pozzi

11 marzo 2012. La Poesia al tempo della crisi


Quanto è credibile la profondità dello sguardo con cui il poeta esalta le qualità dell’amata o la bellezza della natura, se non si accorge della morte e della devastazione che gli stanno intorno? Questo sguardo disinteressato, se lo consideriamo con attenzione, è uno sguardo morto, senza sentimento.[…] Non possiamo più scrivere della bellezza che vorremmo, dobbiamo fare in modo che la devastazione dell’impoetico diventi il centro del nostro interesse, perché la bellezza è l’uomo stesso e, se vogliamo difenderla, dobbiamo preoccuparci dell’uomo e di cosa potrebbe distruggerlo”. Così scrive il poeta ed editore Gianmario Lucini nella prefazione all’antologia poetica “La giusta collera. Scritti e poesie del disincanto”,(CFR Edizioni, 2011) che ho avuto l’onore e il privilegio di presentare lo scorso 11 marzo in occasione di una tavola rotonda su “La Poesia al tempo della crisi” a Trapani presso la Sala “G.B. Amico” della Biblioteca Diocesana. Un incontro-dibattito  aperto su  temi che appaiono fondamentali quando si discute di poesia contemporanea: rapporti tra editoria e poesia in Italia  e tra poesia e sua fruizione da parte del pubblico. Quali i percorsi possibile della poesia oggi, in un orizzonte critico non solo dal punto di vista economico ma anche e soprattutto culturale e valoriale? Può la poesia mantenersi su un piano autoreferenziale e narcisistico o deve scendere a patti con la realtà, impegnandosi ad assumere un ruolo di orientamento anche in campo sociale? La poesia può trasformarsi da innocua piantina d’appartamento in albero frondoso alla cui ombra trovare riparo? Fuor di metafora, in occasione del dibattito e alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, si è tornati a parlare di poesia come alta forma di impegno civile. Una ricerca del perduto ruolo del poeta e di una poesia in grado di aprire finestre e spalancare orizzonti. Con il poeta Lucini hanno dialogato, oltre alla scrivente, il poeta dialettale e critico Marco Scalabrino, la professoressa Maria Antonietta La Barbera, già docente di Letteratura Francese presso la Facoltà di Lettere di Palermo, la dottoressa Fabrizia Sala, scrittrice, piscologa, psicoterapeuta e conduttrice di laboratori di scrittura creativa e del sé. Alcuni testi tratti dall’antologia sono stati letti da Ornella Fulco.
Le impietose statistiche ufficiali sulla lettura dichiarano che in Italia si legge poco, anzi pochissimo e che all’ultimo gradino per numero di libri letti sta proprio la poesia. Eppure in Italia ci sono ben sedici milioni di poeti (così affermano i cataloghi editoriali!) o sedicenti tali. Un’offerta assolutamente spropositata alla domanda, direbbero le leggi di mercato. Che infatti agiscono impietose: ogni anno centinaia di migliaia di libri di poesia vanno al macero. Gli editori rifiutano di pubblicare un poeta perché non riescono a venderne i libri, se lo fanno ciò avviene esclusivamente a spese dell’autore e in questo caso la qualità dell’opera non è più un parametro di riferimento. L’eccesso di produzione è sempre a discapito della qualità. Proprio per questo, come ha spiegato Lucini, sarebbe importante restituire il proprio ruolo ad una critica di valore e non prezzolata. Si è discusso dei numerosi concorsi letterari che fioriscono in ogni dove e dei readings, spesso improvvisati, dove la nobiltà del testo poetico è il più delle volte vilipesa da letture monocordi, disattente o sciatte e incerte  il cui effetto è quello di allontanare ancora di più i potenziali lettori.
Oggi siamo intossicati di parole. La gente, in modo più o meno consapevole, è in cerca di una parola pura, vera, senza orpelli supplementari. Non la verità della Bibbia ma un altro tipo di verità: la verità di chi crede in qualche cosa e cerca di rappresentarla, di comunicarla agli altri, di farla vedere. La poesia, nella melma dei disvalori, riesce a conservare “quanto resta” del senso dell’uomo. E’ memoria, nel senso più alto del termine. Il poeta Davide Rondoni afferma che il poeta è un uomo che ha messo a fuoco la propria vita e con le sue parole ci aiuta a mettere a fuoco la nostra. Ecco a cosa serve questo oggetto sfuggente, così bisognoso di esibirsi e al contempo così refrattario ad essere considerato, soppesato, valutato, venduto.
La grande poetessa Wislawa Szymborska, recentemente scomparsa, era solita ricordare  che bisogna evitare di essere poetici a tutti i costi. La vera poesia rifugge dalla poeticità, perché la poeticità è noiosa, ripetitiva. La poesia, come del resto tutta la letteratura, trae le sue forze vitali dal mondo in cui viviamo, da vicissitudini davvero vissute, da esperienze davvero sofferte. Del resto, per capire l’attualità la storia non basta: servono gli umori, le passioni. Claudio Magris, nell’introduzione alla collana di poesia contemporanea recentemente edita dal Corriere della Sera, afferma con coraggio che “la poesia non è un’evasione né tantomeno una sublimazione spiritualeggiante della realtà: è anzi spesso uno dei suoi ritratti più precisi, spietati, autentici. Non dà informazioni sui fatti, sulla crisi economica, sulle leggi che regolano la società ma dice come gli uomini vivano tutto questo. Dice la verità della realtà più vera, più corposa e concreta: la vita di ogni singolo individuo. Non è realtà disincarnata”. Per dirla con le parole di Eliot: “Il grande poeta, nello scrivere se stesso scrive il suo tempo”.
Forse è per questo che oggi non si legge più poesia? Perché la poesia non ci parla più di noi, non rappresenta una lettura approfondita del presente e non ci dà la misura dell’umano, ma ci racconta solo del piccolo mondo privato e dei melensi sospiri di un io egocentrato? È l’oggettività della poesia che manca, il coraggio di legare il particolare di un’esperienza ad un senso della totalità umana.
Sulle responsabilità  che ha in questo senso anche la scuola  è nato un vivace dibattito nel corso della tavola rotonda. L’errore di molti insegnanti è quello di anteporre il piacere del commento e dell’analisi all’emozione diretta che il testo può dare. Bisognerebbe ripartire dai testi,  far conoscere ai giovani la grande poesia dell’oggi, magari portando i versi di un poeta a supporto di un qualsiasi argomento di studio, se si trovano delle attinenze. E poi, semplicemente, “regalare”  versi agli alunni senza pretendere in cambio nulla: né un commento, né un’analisi o peggio una parafrasi. Creare occasioni di incontro con i poeti, quelli veri. Invitarli nelle scuole, farli dialogare con i giovani. Mostrare che la poesia non sta nei libri ma è vita davvero vissuta. La poesia è intorno a noi.  Far comprendere il grande potere della poesia di opporsi all’abbandono della lingua che ha portato all’italiano impoverito che gli adolescenti di oggi usano. La potenza del verso ridà freschezza alle parole logorate, stinte, sfiammate dall’uso e le rende miracolosamente nuove.
La poesia è anche un eccezionale  strumento educativo per far emergere quella che viene definita intelligenza emotiva, un vero e proprio allenamento all’emozione e molti dei nostri giovani sono degli analfabeti emotivi, circondati da una società delle immagini che li costringe a vivere in superficie, senza mai scendere nelle profondità di se stessi, senza mai conoscersi. La poesia ci abitua ad affinare lo sguardo, a renderlo più intenso, più sensibile, più affettuoso, più profondo. È questa in definitiva la funzione morale della poesia, far riconoscere all’uomo, ad ogni uomo, qualche nota sostanziale della propria natura, ritrovandola dentro l’emozione di un testo.
Non esiste il “poetico” in sé, la poesia deve essere disposta anche ad accogliere l’impoetico. Parole come bancomat, spread, crisi economica, operatore telefonico, disoccupazione hanno pieno diritto di cittadinanza in poesia. Tutto ciò che ci circonda se lo viviamo con coscienza e lucidità può contribuire alla nostra “umanescenza” , l’inesauribile potenzialità e ricchezza dell’essere uomini. Ecco il ruolo della Poesia “al tempo della crisi”.

Stefania La Via

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questo contributo da una giovane partecipante all’incontro

“La poesia al tempo della crisi”

C:condivisione, collaborazione.
R:responsabilità.
I: impegno.
S: sogno, speranza.
I: insieme, perché da soli non si va e non si andrà mai da nessuna parte.
Una volta in un libro ho letto che se un paese è in crisi lo è anche la sua cultura e tutto quello che lo circonda e che lo caratterizza.
C’è crisi, infatti, anche mentale perché la mente è offuscata dalle varie distrazioni date dalla televisione spazzatura e dai videogiochi e ormai pochi giovani si dedicano alla scrittura e al silenzio mentale che aiuta a ragionare e a conoscere lati di se stesso che mai si sarebbero potuti scoprire tra un film e un altro.
P: parole.
O: oscure.
E: enigmatiche.
S: silenziose.
I: istintive.
A: amate.
Dove sono finite le parole?
Dove sono finite le emozioni?
Dove si è nascosta la poesia?
E dove si sono nascosti i poeti?
Stanno aspettando che qualcuno cresca ed impari ad amare ogni forma di parola, di poesia, letta in silenzio o ascoltata, ma ormai la gente non legge più poesie, alemeno la maggior parte, perché la poesia non parla più della gente.
Nell’antichità la poesia era più amata, prendiamo ad esempio quella greca che era amata solo perché parlavano e si riferivano alle varie problematiche che interessavano la gente.
La poesia attuale invece interessa poco la gente, Giammario Lucini descrive la poesia attuale come una poesia autoreferenziale, una poesia che non merita di essere letta.
Io non sono d’accordo perché la poesia serve a svegliare le persone, la generazione di adesso troppo addormentata solo per volerselo chiedere.
“ il poeta nello scrivere se stesso, scrive il suo tempo”.
La poesia può cambiare il mondo, aiuta i giovani a capire la vita e aiuta i grandi a distrarsi dalla vecchiaia sempre più vicina. La poesia non ti può far sfuggire dalla morte, ma ti fa sfuggire da un mondo troppo distratto per guardarsi intorno e amare la vita, amare le piccole cose, i piccoli gesti, la semplicità, l’armonia. Ormai adesso nessuno pubblica più poesie. I prezzi troppo alti, l’editore troppo pretenzioso, troppa critica e si finisce col dire no alla pubblicazione di capolavori che rimarranno per sempre nascosti. La poesia contemporanea, infatti, è una poesia nascosta, oscurata dall’indifferenza e dall’ignoranza. La poesia sta affievolendo perché la vita non ha più senso ormai, la vita ha senso solo se l’uomo viene messo al centro come valore vitale ed essendo un valore può unirci tutti e può unirci tutti anche la poesia, sta affievolendo perché la poesia è incentrata sull’apparire e non sull’uomo. Perché i giovani non riescono ad aprire la mente? A lasciarla libera e a fare uscire i loro pensieri. Perché? Basterebbe solo questo per creare poesia: tutti i pensieri messi insieme, uno ad uno mescolati con i propri sogni, le proprie speranze e con un pizzico di emozione creerebbero poesia, creerebbero vita.
La poesia che si fa a scuola annoia i giovani: per loro la poesia è solo studiare la vita, la morte e le opere dei poeti. Fare la parafrasi, il commento e fare l’interrogazione. Prendere un buon voto e poi dimenticarsi tutto. Dimenticarsi il pessimismo del grande Leopardi, la convinzione che dentro di noi ci sia un fanciullino, qualsiasi sia la nostra età, di Foscolo, l’amore nei confronti di Beatrice da parte di Dante o la voglia di ricordare un grande storico come Napoleone da parte di Alessandro Manzoni. Si associa la parola noia alla parola poesia e viceversa, senza sapere di sbagliare tremendamente. La poesia non si può e non si deve insegnare, nessuno sarebbe in grado di farlo, nemmeno il più bravo scrittore, il più bravo insegnante. A mio parere l’insegnante deve solo capire cosa piace alla persona che ha di fronte, senza vederla come un alunno o come un amico, ma solo come persona. Se si accorge che quella persona è vuota dentro, non ha emozioni o se le ha non riesce a farle uscire fuori allora deve insegnar a liberarle quelle emozioni, a liberare tutti i suoi pensieri e a far capire che la poesia non si può definire, si può solo provare a farlo dicendo ad esempio che la poesia è un respiro profondo, che la poesia è la voce del silenzio e dell’anima, che è una musica senza note che risuona dentro il cuore di ognuno, che è un passaggio, un segreto che passa da una persona ad un’altra come una carezza, uno sguardo che sono silenziosi eppure racchiudono mille parole e anche quello sguardo o quello carezza o solo il mondo che ti giri e hai attorno è poesia perché la poesia è chiusa anche in un semplice atteggiamento quotidiano.
Tutto è poesia perché tutto è vita e perché in ogni gesto o in ogni carezza, parola o sguardo che sia è racchiusa un’emozione e se vita è sinonimo di emozione, un’emozione è sinonimo di poesia.
Platone diceva: “Al tocco dell’amore tutti diventano poeti”.
La poesia esiste ed esisterà sempre, anche se non verrà scritta o pubblicata sicuramente passerà almeno per la nostra mente e per i nostri pensieri, sarà dentro di noi sempre, sarà dentro anche di chi non lo sa ancora. Sarà nascosta dentro al cuore e batterà insieme ad esso a ritmo di vita.
Ivana Vinci

Scritto da il 24-03-2012 Commenti disabilitati su 11 marzo 2012. La Poesia al tempo della crisi

9 luglio 2010. Renzo Cremona “La Parola e l’Incanto”

“Togliere dagli scaffali le parole scritte per avvicinarle ai lettori”: è questo, in definitiva, ciò che avviene quando si propone un autore alla fruizione del pubblico, smontando gli stereotipi secondo cui la poesia è “difficile” o addirittura inutile. Terrazza d’Autore ha dedicato un incontro a Renzo Cremona, senza dubbio una delle voci più interessanti del panorama letterario nazionale.

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Scritto da il 13-07-2010 Commenti disabilitati su 9 luglio 2010. Renzo Cremona “La Parola e l’Incanto”

18 ottobre 2009. Dalla Baviera alla Sicilia. Il percorso letterario di August Graf von Platen

August Graf von Platten

Scritto da il 18-10-2009 Commenti disabilitati su 18 ottobre 2009. Dalla Baviera alla Sicilia. Il percorso letterario di August Graf von Platen

30 luglio 2009. La stirpe dei Gattopardi. Lucio Piccolo, il barone poeta

Lucio Piccolo, il barone poeta

Lucio Piccolo, il barone poeta

Nel quarantennale della sua scomparsa, Terrazza d’autore ha voluto dedicare un appuntamento ad una voce particolarissima della poesia siciliana, al fascino di un uomo e di un’epoca, ad un universo immaginifico di straordinaria intensità. Poeta onirico, Lucio Piccolo è stato creatore di opere estremamente colte e raffinate. Primo cugino per parte di madre del celebre Giuseppe Tomasi di Lampedusa, raggiunse per primo la fama letteraria.  (altro…)

Scritto da il 30-07-2009 Commenti disabilitati su 30 luglio 2009. La stirpe dei Gattopardi. Lucio Piccolo, il barone poeta

Ad alcuni piace la poesia. Il mondo poetico di Wislawa Szymborska

La poesia di Wislawa Szymborska

La poesia di Wislawa Szymborska

Il viaggio nel mondo poetico di Wislawa Szymborska ha rappresentato l’occasione per conoscere i testi di questa straordinaria poetessa polacca, premio Nobel per la Letteratura nel 1996. Il grande Iosif Brodskij già nel 1988, in occasione del suo discorso d’apertura del primo Salone del Libro di Torino, segnalando l’alto livello della produzione poetica polacca del Novecento (da lui definita “la più straordinaria poesia di questo secolo”) la citava tra i tre maggiori poeti polacchi viventi, giudicando una delle sue poesie, “La fine e l’inizio”, una delle cento migliori poesie del nostro tempo. La scrittura poetica della Szymborska è originale, personalissima e inconfondibile. In buona misura il successo dei suoi testi può ascriversi al suo linguaggio, che continua ad essere di sorprendente modernità e che le consente di parlare con semplicità e profondità allo stesso tempo della vita e della morte, evocando esperienze che ciascuno può riconoscere come proprie. (altro…)

Scritto da il 12-07-2008 Commenti disabilitati su Ad alcuni piace la poesia. Il mondo poetico di Wislawa Szymborska

Il dubbio e l’attesa. La ricerca di Dio nella poesia contemporanea

Locandina_Dubbio&Attesa_2007Perché, Signore, consenti che gli atei ti neghino?

Perché, Signore, non ti mostri senza veli o inganni?

Perché, Signore, ci lasci nei dubbi di morte?

Perché ti celi e nel nostro cuore accendi

l’ansia di riconoscerti, l’ansia che tu esista,

per velarti ai nostri sguardi?

MIGUEL DE UNAMUNO (1864-1936), Salmo I

 

 

Celebrare l’Avvento, periodo forte dell’anno liturgico, attraverso la parola dei poeti contemporanei, credenti e non credenti, ma tutti accomunati dal travaglio esistenziale, da un’ansia di conoscenza che trascende i limiti dell’umano: una scommessa basata sul presupposto che si può definire “religioso” tutto ciò che aiuta a procedere in profondità nella nostra ricerca esistenziale. Un percorso che parte dalla dimensione del dubbio, la più tragica e quella più connaturata alla fragilità umana, per giungere alla fatidica domanda: chi sei, Dio? (altro…)

Scritto da il 16-12-2007 Commenti disabilitati su Il dubbio e l’attesa. La ricerca di Dio nella poesia contemporanea

“Paesaggi dell’anima”, percorso nella poesia del Novecento a cura di Stefania La Via

Terrazza della comunità di “Gesù povero”- Trapani

Scritto da il 30-07-2007 Commenti disabilitati su “Paesaggi dell’anima”, percorso nella poesia del Novecento a cura di Stefania La Via